Un soleggiato e freddo mattino ho detto a mio padre “Andiamo a Santa Vittoria, nei tuoi posti, andiamo al cimitero a trovare i parenti, non me li ricordo”. Quando ero bambino trascorrevo le festività in famiglia insieme a nonni, zii e cugini. Ricordo la sala divisa in tavolo dei grandi e tavolo dei bambini. Per me erano giorni di felicità perché la casa si sarebbe riempita. Avrei ricevuto qualche regalo ma quello poco mi importava. Mi importava che tutti quanti stessimo insieme, riuniti per qualche ora che sembrava un’eternità. I monti sibillini si trovano di fronte a noi e piano piano quelle cime per anni viste da lontano, prendono definizione, l’aria ha un sapore diverso, più fresco, pulito e per chi vive in città è una gioia che tutto il corpo vive. Sulla strada che porta dalla Chiesa Collegiata (il Santuario di Santa Vittoria) alla Chiesa della Resurrezione (il Capellone Farfense) prati di foglie secche ci porgono il saluto, sembra che attendess...