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Amore e tecnologia: quale presente ci aspetta?

“Avevo 12 anni quando per la prima volta mi presi una cotta per una bambina: la sera ci allenavano insieme in piscina, lei nella squadra di nuoto e io in quella di pallanuoto. Avevamo diverse amicizie in comune, nuotavamo nelle corsie adiacenti. Dagli spalti i nostri genitori si parlavano aspettando che noi finissimo il turno. Quando la vidi una sera, con gli occhi rossi per il cloro e l’apparecchio ai denti, mi sembrò la bambina più bella del mondo. “


Nel giorno di San Valentino molti dei nostri amici sono a cena fuori, probabilmente degustano menù ad hoc: candele, petali rossi, tovaglioli con cuori decorano il tavolo. In questo giorno non possono mancare i social dove vengono pubblicate le immagini di momenti che i single potrebbero invidiare, c’è il rischio che diventi una gara all’immagine, al festeggiamento più bello trascurando invece le attenzioni nell’amare. Social e applicazioni che ruolo giocano in questo aspetto così importante che segna addirittura tutto il nostro percorso di vita? Quando si parla di amore siete così certi che la tecnologia ne sia esclusa?
Vi ricordate come avete incontrato la persona che frequentate, con la quale siete fidanzati o sposati? Per caso è stato ad una festa? Tramite amici in comune? Oppure in un pub o ad una caffetteria? Forse amici di famiglia? Non sorprendetevi se nelle relazioni affettive stanno prendendo piede le applicazioni per cellulari. Un’applicazione(app) è un algoritmo che, prendendo dei dati in ingresso come sesso, età, località, grado di istruzione, luoghi ed eventi frequentati, post pubblicati li elabora e li correla coi dati di altri utenti per fornire un indice di similitudine. Questi dati sono in possesso dei big social che utilizziamo: un’app per pubblicare foto, un’app per inviare messaggi, un’app per pubblicare post… e, come nella trilogia del Signore degli Anelli, se esistesse un’app che le raccogliesse tutte per formulare un modello di relazione affettiva? Sono sufficienti i dati per definire cosa è una relazione? Riuscireste a definire cosa è l’amore o l’affetto in 100 parole? 
In Colombia è stato rilasciata Facebook Dating, un’app che si propone di profilare utenti e di correlarli. E’ stata scelta la Colombia perché è un paese che fa largo uso di incontri on-line e dove il numero di utenti social non ha mostrato un calo nel tempo. Voi avreste paura di un colosso che detiene tutti i vostri dati personali, capace di fare profilazione? Quale è il valore, in termini di guadagno, di tutti questi dati e modelli?
Pensiamo alle relazioni affettive che attraversano una fase di crisi. Potrebbe esserci una rottura della relazione e tendenzialmente cosa avviene subito dopo? Spesso chi torna single vuole dare una scossa alle proprie abitudini: sono frequenti viaggi all’estero o l’acquisto di prodotti per il benessere, c’è una propensione a valorizzarsi. Questo cambio di direzione nello stile di vita a chi può interessare? Supponiamo che un social, tramite algoritmi, sia in grado di prevedere la fine di una relazione in base ai post pubblicati o alla diminuzione delle immagini di coppia pubblicate. Supponiamo che poi una società di viaggio sia in possesso di questa informazione di prossima rottura: l’azienda non vorrebbe vendervi il suo pacchetto vacanze? Ed ecco che in prossimità della rottura, prima ancora che avvenga, potrebbero iniziare a comparire pubblicità di viaggi, di benessere e abbigliamento. Siamo in grado di regolamentare tutta questa capacità predittiva? Che prezzo hanno i nostri sentimenti? 
Uno studio condotto da due ricercatori della Stanford University mostra l’influenza degli incontri on-line nelle relazioni a lungo termine negli Stati Uniti. Il lavoro mostra in che modo una coppia si è conosciuta: lo studio, di ambito sociale, mira a verificare l’influenza dei social sul reddito, sull’educazione dei figli, sui tassi di abbandono scolastici nei figli avuti. I campioni per lo studio sulle coppie eterosessuali (a sinistra) è molto più ampio di quelle omosessuali (a destra) ma è evidente come ci sia una migrazione nella modalità degli incontri: fino agli inizi del millennio era frequente incontrare il proprio partner tramite amici in comune, in caffetteria o nei luoghi di ristoro, sul posto di lavoro, all’università, fra i vicini di domicilio e in ultimo tramite la famiglia (i matrimoni combinati non sono così lontani dal nostro tempo). Era possibile incontrare il proprio partner alla scuola di grado inferiore o in chiesa. Tutti questi luoghi sono stati soppiantati dal dating ovvero dalle applicazioni per incontri che hanno esteso il range, in tutti gli spazi. Questo dato è ancora più evidente per le coppie omosessuali che nel 70% dei casi si sono conosciute tramite app. Quale è un risultato di questo incontro prima virtuale e poi reale? Per esempio le coppie di differenti regioni, che tramite i luoghi tradizionali non si sarebbero mai potute conoscere, hanno un reddito più alto rispetto alle coppie che si conosciute nella stessa regione. Un altro risultato è che i figli delle coppie conosciute on-line hanno un minor tasso di abbandono degli studi rispetto alle coppie tradizionali. Questi risultati vengono fuori dallo studio americano dove si è passati da una concezione in cui un terzo della popolazione a stelle e strisce considerava il dating un luogo per disperati fino al 2005, ad una concezione in cui ora si fa più affidamento agli algoritmi che sembrano capaci di suggerire l’anima gemella. Forse è stato prodotto un nuovo vate digitale? E’ una nuova forma di matrimonio combinato? 
L’utilizzo di app sta mutando il modo in cui le relazioni affettive si realizzano: si è passati dal cercare il compagno in un luogo vicino alla nostra quotidianità, all’intero paese abitativo (ovvero località che non avremmo mai frequentato), si è passati dall’appuntamento all’amicizia internet, dal limitato e piccolo gruppo ad una infinità di opzioni. Ecco, con questa modalità prima si cercava una persona adatta con cui pensare insieme un percorso di vita mentre ora si cerca l’anima gemella e perfetta, il miglior partner disponibile fra tutti gli utenti della rete. Delegare questa aspettativa di perfezione ad una macchina virtuale, ad un algoritmo, ad un’app, quali ripercussioni ha sulla nostra ricerca della felicità? Non potremmo rimanere delusi?
Vi lascio con un’ultima riflessione: l’esperienza affettiva, l’esperienza dell’amore che gli adulti hanno già sperimentato nei modi tradizionali, cosa diversa invece è per chi è nato dopo il millennio, come sarebbe stata con i social? Pensate a Leopardi che fa un tweet di 140 caratteri a Silvia invece di scriverle una poesia, pensate a Romeo che va a guardare il profilo di Giulietta per sapere se è single o già promessa, a Richard Gere che cerca su Tinder Julia Roberts in Pretty Woman o a Hugh Grant che blocca su Facebook la protagonista di Notting Hill: dove sta l’esperienza dell’innamoramento e del corteggiamento? L’esperienza ell’incertezza? Come sono cambiate le emozioni? Siamo disposti a lasciare che algoritmi determinino in modo così pesante quelle emozioni che ci fanno palpitare il cuore, scoppiare d’ansia durante l’attesa della persona amata?



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