Siamo in grado di andare incontro alla malattia e alla
sofferenza oppure ne abbiamo paura? Viviamo, ci costruiamo un mondo ovattato
dove si preferisce fare a meno dell’esperienza dolorifica? Con queste premesse
quali sono le proposte, come ci relazioniamo alla realtà? Siamo in grado di
fare proposte sul fine vita quando evitiamo addirittura un contatto umano
empatico? Quale è stata l’azione con i migliori propositi e che si è rivelata
invece dannosa per la persona con malattia? Forse una parola detta di troppo o
fuori luogo? Forse un gesto incauto? All’interno di una pena quale è la più
opportuna strategia riabilitativa?
Serata Pizza&Film del 13 dicembre, In Punta di Piedi,
Cappella PTV e Policlinico Tor Vergata.
Commenti
Posta un commento